Homeless not Dogless’, angeli dei cani
(ANSA) - TORINO, 4 APR - Con le aree cani chiuse per le ordinanze sull'emergenza Coronavirus, e le migliaia di malati che stanno affrontando la positività, più o meno gravemente, fra le mura domestiche, l'estesissima popolazione canina delle città rischia di trovarsi allo sbando, con ripercussioni non solo sugli animali, ma anche sui loro padroni. A Torino però una onlus attiva da più di 10 anni, 'Homeless not dogless', sta tracciando una strada efficace per un modello di welfare a misura di quattrozampe.
Homeless not dogless collabora con l'unità di crisi della Protezione civile - Città di Torino, e con il progetto 'Io resto a casa' assiste la popolazione "nella gestione delle esigenze quotidiane del proprio amico a 4 zampe: visite domiciliari alle famiglie fragili con cane, accompagnamento sostitutivo nelle aree verdi dell'associazione, assistenza veterinaria, ospitalità notturna o diurna dei cani nel caso in cui il proprietario sia ricoverato o posto in quarantena".
"Noi siamo orientati alle fasce deboli - spiega all'ANSA la presidente, Luce Boles Carenini - perché per tante persone anche solo un cagnolino oggi è un lusso. E con i soldi che pagano i proprietari abbienti, copriamo le spese di quelli che non potrebbero permettersi il servizio. Noi diciamo 'cane ricco paga cane povero'".
In questa emergenza "è ovvio che stiamo supportando soprattutto famiglie che non riescono a gestire più il cane. Solo ieri abbiamo preso in carico un bellissimo Pitbull che per la positività del padrone stava per finire in gabbia: ma un cane così non torna più uguale, dal canile, e con dei bambini in casa è importante che il suo equilibrio psicologico non vada pregiudicato.E anche in casi meno urgenti, comunque, cani di media e grossa taglia chiusi in casa senza poter stare all'aperto per due-tre ore al giorno ne escono fortemente stressati, come noi umani".
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